CineArte on line 2007 - 213 - page 268

SOLARIS
di Fabrizio Borin
La Cina e l’India sono i Paesi che in questo nuovo secolo investiranno di più nella ricerca
e nelle missioni spaziali. Daranno così nuovo impulso – contribuendo a ridisegnare uno scena-
rio mondiale finora sostanzialmente formato da due soli attori, gli USA e l’URSS (poi Russia)
– ad un settore che ha visto enormi motivi di esaltazione del futuro insieme a forti penalizza-
zioni a causa di incidenti di percorso, drastiche riduzioni dei finanziamenti per periodiche crisi
economiche, per i cambiamenti degli scenari politico-militari o ambientali planetari, per altre
contingenti motivazioni.
Soltanto nove anni dopo il fatidico 2001, non è al momento dato di sapere se la corsa allo
spazio ingaggiata fin dagli anni Cinquanta e Sessanta tra russi e americani troverà una replica
basata sulla stessa “filosofia” espansionistico-tecnologica analoga o del tutto difforme da quel-
la delle missioni spaziali di allora. Di sicuro, gli orizzonti della fantascienza non potranno che
essere rivisti, ripensati, ri-sognati e dunque raccontati con altri parametri, schemi, modelli, per-
sonaggi, universi e finalità.
Le tradizionali architetture estetiche e narrative dell’avventura della
science fiction
cinema-
tografica nei due decenni indicati vedevano – e ancora vedono – una ideale sequenza che, se
espressa in termini filmici, potrebbe prevedere le seguenti “inquadrature”: Viaggio-Contatto-
Alieno-Ritorno. L’uomo, indomito Ulisse della curiosità, della conoscenza e della scoperta,
lascia la sua Terra per mondi sconosciuti. Intraprende un volo, un viaggio dell’avventura, forse
un’odissea della modernità alla ricerca di un segno, una traccia, un suono o anche un’immagi-
ne, insomma un contatto che lo tolga dal desiderio, dal timore o dall’angoscia di essere – forse
– solo nell’universo. La sua inesausta
quête
lo porta ad imbattersi nell’Altro – l’Alieno, il
Mostro, il Male – o ad immaginare, inconsciamente, di averlo trovato. Lotta contro la Paura
per la propria sopravvivenza e per quella dell’umanità tutta, sconfigge l’entità malefica, fanta-
stica e a questo punto può riprendere la strada di casa decidendosi di tornare alla normalità, alle
forme conosciute della vita, agli affetti. Può cioè fare ritorno, far giungere a conclusione il
viaggio originario entro la sfera del sacro dell’immagine contemporanea. Portandosi dietro
l’esperienza, forse anche l’acquisizione di un po’ di sapienza in più, una maggiore conoscenza
di se stesso e dei suoi limiti scientifici ed etici, ma anche il dubbio che ogni arrivo sia una
nuova partenza e così, in senso tendenzialmente ciclico, essere sia soggetto che oggetto della
propria memoria del passato e della spirale del tempo.
Ecco, se esiste un film nel cinema di fantascienza postbellico e successivo all’impareggia-
bile odissea kubrickiana che sia sintesi audiovisiva dell’ipotetica sequenza che dal viaggio con-
duce al ritorno toccando le tappe del contatto e dell’alieno, un film dunque nel quale sia pos-
sibile ritrovare le tematiche e gli scenari descritti, questo è
Solaris
diretto nel 1972 dal regista
russo Andrej Tarkovskij. In più, la fantascienza tarkovskiana è un’incursione nel genere fanta-
stico originale perché, come ha ricordato lo stesso autore, si tratta di una fantascienza della
coscienza:
un viaggio affascinante orientato, come un implaca-
bile specchio, verso il mondo interiore e spirituale dell’uomo e
non in direzione dell’autoesibizione delle proprie conquiste
materiali e scientifiche. Né, tanto meno, dell’esibizione cine-tec-
nologica di futuribili astronavi spaziali, mirabolanti guerre
interstellari, raggi laser sciabolanti energia cromatica nell’im-
menso e computerizzato vuoto dell’universo cosmico
1 .
Prendendo le mosse dal romanzo omonimo dello scrittore polac-
co Stanislaw Lem, l’esperienza filmica di
Solaris
conduce il let-
tore-spettatore sia lungo la scia delle dense pagine anticipatrici,
tra le altre particolarità, del tipo dell’ospite che abita la mente ed
il cuore dei personaggi chiusi in una stazione spaziale orbitante,
sia intorno e dentro le problematiche dell’amore e del ricordo,
della contrapposizione tra scienza e fede, tra ricerca della verità
e difesa di una umanità minacciata in un mondo ostile.
Con
Solaris
Tarkovskij continua il discorso altamente poetico e
di riflessione sulle potenzialità del linguaggio cinematografico –
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