CineArte on line 2007 - 213 - page 516

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Forse la concretezza di quel tempo è
espressa così bene da persone che quel-
la dimensione vivevano giorno per gior-
no e non da attori che dovevano sola-
mente mettersi nei panni e fingere di
vivere in quella povertà. È tutto un insie-
me di situazioni che rende chiare la
durezza della vita di quel periodo, ma di
fronte alla quale non ci si arrendeva
mai. Nel film viene espresso tutto quel-
lo che oggi si è completamente dimenti-
cato. Ci siamo scordati che prima di
accendere l’interruttore e avere luce si
usavano le candele, che quando non
abbiamo voglia di studiare o di lavorare
c’era chi prima lottava per farlo, che
quando viaggiamo per ore in macchina
c’era chi prima desiderava perdutamen-
te una bicicletta.
Eva Arcangeletti
Sentimenti più diversi raccolti in un
unico volto, quello del piccolo Bruno,
figlio di Antonio, a cui apparteneva,
secondo me, il viso più espressivo della
pellicola. Bruno, forse cresciuto troppo
in fretta, già aiutava la famiglia por-
tando a casa qualche guadagno lavo-
rando come benzinaio e nei momenti
difficili sosteneva il padre….Il rapporto
fra Bruno e Antonio, non era forse uno
dei migliori: poco dialogo, poco affet-
to…forse il sentimento era sovrastato
dalle difficoltà del momento e non riu-
sciva ad emergere. Ma anche dopo un
innocuo ceffone da parte di Antonio nei
confronti del figlio, il piccolo ha dimo-
strato la sua gratitudine verso il padre,
difendendolo quando tentavano di arre-
starlo, dopo aver cercato invano di
accaparrarsi una nuova bicicletta.
Elisa Trotta
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