CineArte on line 2007 - 213 - page 205

CENTO ANNI DI
ACEA
L’enfasi per il consumo non è solo un espediente promosso e sostenuto dai poteri forti della
finanza a fini speculativi, ma è pure la ragione principale della crisi delle qualità umane ridot-
te all’insignificanza e allo spreco. Tanto più eclatante, per contro, l’attitudine di chi, andando
contro corrente nel campo dell’impresa, si esalti della durata del proprio patrimonio ideale e
strumentale, facendone il perno dello sviluppo e il vessillo della crescita, senza inutili sprechi.
Di tale pasta, sorretta com’è pertanto da una filosofia aziendale refrattaria alle facili e sospette
ideologie di un globalismo di corta vista, è l’Azienda romana per l’elettricità e le acque,
ACEA
,
che nel 2009 ha celebrato il suo secolo di vita, con il logo “
Cento anni per Roma
”. Un motto
che potrebbe sembrare riduttivo, apparendo tale per una sorta di
understatement
verbale, a
meno che non sottintenda, accanto al sostantivo Roma, l’apposizione “
Caput mundi
”. Va detto
infatti che la campagna promozionale di
ACEA
intitolata alla “città comune” intende farsi soli-
dale (sia pure con altri benemeriti partners: Comunità di Sant’Egidio, Caritas, Comune di
Roma) di genti e di territori in stato di bisogno, soprattutto africani.
Non mancano, ovviamente, le iniziative indispensabilmente tecnologiche: ad esempio – per
i comparti delle energie rinnovabili – le sezioni del fotovoltaico e del risparmio energetico, per
non dire delle benemerenze nei riguardi del sistema romano degli acquedotti e del risparmio
idrico in un mondo minacciato dalla penuria dell’acqua.
Ciò che di
ACEA
ci fa particolarmente lieti è la capacità di associare l’utile all’immagina-
rio, cominciando dalla nomenclatura delle sue iniziative (“La Catena dei Nasoni” allusiva delle
2500 fontanelle così dette dal rubinetto ritorto, che popolano la capitale) e finire, in gloria, con
lo spettacolo corale dell’acqua e della luce nella romanissima piazza del Popolo, da noi fedel-
mente riportato i primi due anni; ripreso quest’anno con maggior plauso, non fosse che per la
replica di quella fantasiosa
kermesse
in forma digitale, in vista di una fruizione extra-cittadina
ad Ostia, nella zona del pontile.
Per finire, un filone di minore visibilità, ma di pari valore, ha visto
ACEA
impegnarsi nella
messa a punto dei suoi tradizionali strumenti di comunicazione: la sezione audiovisivi com-
prendente filmati originali e di repertorio, il
corpus
degli studi storici d’impresa, la sezione
fotografica ricca di personaggi ed eventi memorabili, l’archivio vero e proprio dei documenti
e quindi la biblioteca, dotata di monografie, enciclopedie, periodici specializzati.
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